La Tecnologia migliora o peggiora l’intelligenza delle persone?
La Tecnologia migliora o peggiora l’intelligenza delle persone?
Tecnologia, avanzamento tecnologico, progresso e intelligenza artificiale sono i termini che ricorrono maggiormente nell’odierno scenario comune. La tecnologia è ormai diventata il nostro ‘compagno di viaggio’ che integra e supporta la nostra quotidianità, facilitandola. Tuttavia, proprio a causa di questo stretto contatto che si è venuto a creare, non sono mancati gli interrogativi circa i suoi benefici e danni. Dunque, la questione sulla quale porremo il nostro focus, provando a darne una risposta, concerne gli effetti che la tecnologia ha avuto e ha costantemente sull’intelligenza delle persone. In tal senso, la domanda sorge spontanea: la tecnologia migliora o peggiora l’intelligenza delle persone?
Molteplici sono stati i dibattiti circa questo tema. Vi è infatti dualità di pensiero che accende il dibattito. Spesso quando si parla di tecnologia, se ne evidenziano principalmente i vantaggi. Costituisce un concreto supporto nella vita quotidiana di ciascun individuo, facilita l’accesso all’informazione, favorisce la diffusione dell’opinione pubblica e garantisce maggiore libertà di espressione e di scelta. Inoltre, facilita la comunicazione su lunghe distanze, l’archiviazione e la conservazione dei dati personali e pubblici, facilita il commercio e gli scambi internazionali, costituisce un supporto in caso di problematiche fisiche e/o psicologiche ed infine costituisce un elemento chiave per il progresso in ambito medico-scientifico, rendendo possibile ciò che nel passato era anche solo impensabile.
Ma siamo sicuri che tutti questi vantaggi siano direttamente correlati ad un effetto positivo sull’intelligenza delle persone?
La risposta non è certa, ma sicuramente non può essere considerata positiva. Infatti, sebbene da un lato la tecnologia abbia assunto un ruolo chiave per l’essere umano, potenziando quelle che sono le sue capacità intrinseche, dall’altro essa ha amplificato e supportato la pigrizia e il principio di economicità che caratterizza ciascuno di noi. Seguendo questo ragionamento possiamo dunque individuare due principali conseguenze negative: l’iperconnessione e la nomofobia. Il termine ‘iperconnessione’ è ormai ricorrente nel linguaggio comune. Esso si riferisce alla condizione per cui l’individuo è assuefatto e in costante relazione con la tecnologia e internet. Basti pensare alla nostra routine quotidiana, dove lo smartphone è il primo e ultimo oggetto che utilizziamo durante la giornata. Questo concetto ci conduce dunque alla seconda conseguenza, la ‘nomofobia’ definita letteralmente come la ‘paura di stare senza telefono’. Si tratta di una vera e propria dipendenza che si viene a sviluppare a partire da un meccanismo di stimolo-risposta che, avendo come caratteristica base l’immediatezza, porta alla nascita e alimentazione di questo circolo vizioso.
Iperconnessione e Nomofobia
A partire da queste due principali reazioni, possiamo individuare una serie di conseguenze dirette sull’essere umano, che possono condurre a danni talvolta più o meno permanenti. In primo luogo, si può parlare di un effetto diretto sulla capacità di concentrazione e attenzione. Diversi studi, sia in America che in Europa, attraverso esperimenti pratici hanno dimostrato come la ripetuta interfaccia con la tecnologia e Internet abbia ridotto le capacità di concentrazione dei singoli individui. Ad oggi si parla di un livello di concentrazione pari a 0,8 secondi, capacità inferiore persino a quella di un pesce rosso. Banalmente, questo effetto è possibile sperimentarlo anche nella nostra quotidianità: basti pensare a tutte le volte che evitiamo di leggere lunghe e complesse didascalie sui social media, prediligendo invece testi brevi e intuitivi, oppure quando evitiamo di guardare lunghi video su Youtube prediligendo quelli più brevi. All’interno della sfera personale questo può essere considerato come un effetto diretto dell’uso della tecnologia.
In secondo luogo, si può parlare di una diminuzione delle capacità di ragionamento complesso e di sviluppo di un pensiero critico. Sebbene l’accesso all’informazione sia facilitato, esiste questo paradosso secondo cui le masse risultano molto più influenzabili proprio a causa di questa molteplicità di informazioni.
Concludendo quindi, è possibile affermare che la tecnologia è un’arma a doppio taglio. Cosi come semplifica, complica la nostra esistenza nella quale una maggiore semplicità nel vivere innesca un circolo virtuoso che si ritorce contro l’essere umano stesso. Pertanto, la risposta alla domanda dalla quale siamo partiti non può che rimanere un’incognita a causa della natura duale della tecnologia.
E tu, cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti!
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